6 gennaio 2022

Il ladro di Bagdad (The Thief of Bagdad) di Raoul Walsh, con Douglas Fairbanks, Usa, 1923

Incontro tra due personalità forti, tra le più effervescenti del muto, Walsh e Fairbanks, questa «fantasia di una notte araba» – così recita il sottotitolo – ha rappresentato una svolta nella defi nizione di un genere quale, appunto, l’avventura fantastica. La magia del cinema doppia la magia delle Mille e una notte. Scenografi e iperspettacolari e trucchismi scatenano l’immaginario popolare dell’epoca e Bagdad con i suoi esotici minareti resterà per decenni una skyline-simbolo di Hollywood. Nel Ladro di Bagdad Walsh cesella già uno dei suoi re dell’avventura, variante ribalda, a misura di un attore leggendario: Douglas Fairbanks. Sin dai suoi sorprendenti fi lm degli anni Dieci, quelli del «Fairbanks senza baffi », egli impone un’immagine trascinante di americano tutto energia, eleganza, euforia, eppure cosciente della retorica in esse implicita. Nei suoi ruoli più celebri, di Ladro di Bagdad o di Pirata Nero, c’era in lui una «grazia acrobatica » alla Gene Kelly e una «vena comica» degna, sostiene Aprà, dei maestri del burlesque suoi contemporanei. In più, Fairbanks fu un grande attore-autore che spesso scriveva, sotto pseudonimi, i soggetti dei suoi fi lm, teorizzando ritmi specifi ci per ogni genere, ma pure attento alle lezioni delle avanguardie e di Ejzenštejn. Ossia, un vero re dello studio system hollywoodiano alle sue origini. Tra l’altro, nel 1919 fu, con Chaplin, Griffi th e la Pickford, uno dei fondatori della United Artists.

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