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4 luglio 2011
Fauna Protetta - La Coturnice
Coturnice
Ordine: GALLIFORMI Famiglia: FASIANIDI Specie: Coturnice (Alectoris graeca graeca)
Nella Regione Molise la specie Alectoris graeca graeca, in attesa di un indispensabile ed adeguato
apporto tecnico-scientifico, è tutelata dal calendario venatorio che ogni anno la esclude dalle specie
cacciabili.
Caratteri distintivi
La coturnice è un tasianide di medie dimensioni con corporatura tozza, ali corte e arrotondate, la sua lunghezza va dai 32 ai 35 cm per un apertura alare di 46-53 cm ed un peso di 400-800 gr. Il piumaggio presenta una colorazione tendenzialmente grigiastra con barrature gialle e nerastre sui fianchi. La parte superiore è di colore grigio sfumato di bruno, con due sopraccigli neri che scendono ai lati del collo fino alla parte superiore del petto così da formare il caratteristico collarino, che, tra le altre piccole sfumature, permette di distinguere la specie Aledoris graeca graeca dalle due sottospecie. Sui fianchi spiccano barrature di color ruggine, nero e beige. I giovani, privi di collarino nero, presentano le barre dei fianchi scure ed indefinite.
I sessi sono molto simili, nel maschio dopo il primo anno di vita sul tarso compare uno sperone duro e corto molto più accentuato nei soggetti adulti.
La graeca graeca presenta due sottospecie: la Alectoris greca saxatilis tipica dell'arco alpino e la Alectoris graeca whitakeri tipica della Sicilia. La distinzione tra le varie sottospecie si basa sulle caratteristiche del piumaggio, le barrature delle piume copritrici dei fianchi ed in modo particolare la forma del collare, che è più rotondeggiante e marcato nella saxatilis, mentre è più sottile nella graeca graeca e frastagliato e interrotto in basso nella whitakeri.
Distribuzione
Specie sedentaria, la coturnice graeca graeca è presente ed è degna protagonista del patrimonio
faunistico dell'Appennino Centro-Meridionale, tanto da meritarsi l'appellativo di "regina della montagna". In Molise si trovava su quasi tutti i principali rilievi montuosi del territorio al di sopra degli 800 m s.l.m. ed anche più in basso. Oggi, purtroppo, la sua presenza si riscontra solo su alcune alte località del massiccio del Matese e sui monti della Meta.
Per evitare ulteriori diminuzioni della specie, e in attesa di un'indispensabile apporto tecnico-scientifico, annualmente la coturnice viene inserita, nel calendario venatorio, fra le specie non cacciabili.
Habitat
La specie frequenta ambienti a dir poco divini, formati da pendii scoscesi culminanti in praterie d'altitudine, xeriche a strato erbaceo piuttosto basso, pendii soleggiati, pietrosi con scarsa vegetazione e cespugli isolati di zone montane fino ad altitudini di 2500 m.
Abitudini
È specie stanziale e gregaria, in inverno vive in colonie formate anche da numerosi individui, mentre in primavera le coppie si isolano per la riproduzione. Si alza in volo, solo se disturbata, con frullo fragoroso e rapido, con frequenti battute d'ala e lunghe planate. Il canto tipico della coturnice è molto metallico, particolarmente intenso durante il periodo primaverile quando il maschio lo utilizza per delimitare il proprio territorio e richiamare la femmina.
Alimentazione
La dieta è sostanzialmente di origine vegetale. Si ciba di bacche selvatiche, vegetali freschi (germogli prativi, semi, bacche di ginepro ed altri arbusti) sia in estate che in autunno. In inverno si nutre di erbe secche, ma anche di vermi, insetti e piccole chiocciole.
Riproduzione
Tra aprile e giugno la femmina depone dalle 8 alle 14 uova in un nido predisposto in una leggera
depressione del terreno, protetto da rocce con leggera vegetazione. L'incubazione ha inizio con la deposizione dell'ultimo uovo e la cova a carico della sola femmina, si protrae per 24-26 giorni. I piccoli sono in grado di compiere i primi voli all'età di 1 o 2 settimane.
Fattori di minaccia e protezione
La specie ha uno status di conservazione sfavorevole in Europa. È inserita nella lista rossa italiana come "vulnerabile". Lo stato attuale di conservazione sfavorevole è riconducibile a diversi fattori negativi: modificazioni ambientali dovute all'abbandono delle attività agricole soprattutto di quelle pastorizie e la sottrazione di territorio favorevole alla specie per la creazione spesso di inutili rimboschimenti. Non poco hanno in'fluito negativamente varie malattie gastrointestinali causate da batteri e da verminosi che frequentemente hanno colpito la specie. La scomparsa di alcune piante ericacee ha determinato un calo delle difese immunitarie contribuendo ad un'ulteriore diminuzione del fasianide.
A livello internazionale è tutelata dalla Direttiva Uccelli appendice I e II, dalla Convenzione di Berna allegato III e SPEC 2.
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