Sulle rive ferraresi del Po, celebrato il matrimonio tra Berta Scacerni e Orbino Verginei, le due famiglie entrano in conflitto. I Verginei bruciano un mulino usato dai Scacerni e poi aderiscono alle lotte socialiste contro il padronato terriero. La fame si fa sentire e la faida ben presto tramuterà in tragedia. Lattuada stronca definitivamente il metodo del ventennio fascista, quello comunemente riconosciuto come ´cinema calligrafico´ e fa un film possente, di chiara matrice realista, impresso nel timbro delle prime rivolte sociali contadine, proposto in differenti piani illustrativi che abbracciano nell'intervallo prettamente storico della vicenda, le sue regole e il suo valore. Tuttavia, l'ossessivo incremento degli sceneggiatori (ben 8), sacrificano gli avvenimenti in misura del melodramma e nell'intimismo di una storia d'amore tormentata, che lascia al solo sviluppo visivo, altamente pittorico, ma vuoto dei personaggi, il vero tema centrale, quello dello scontro fine ottocento tra contadini e latifondisti. Tratto solo in parte dall'omonimo romanzo fiume (del 1938, oltre 2000 pagine) di Riccardo Bacchelli. Musica di Ildebrando Pizzetti. Rifatto con uno sceneggiato per la televisione italiana da Sandro Bolchi nel 1963.
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