7 gennaio 2022

Piccolo Cesare (Little Caesar) di Mervyn LeRoy, Usa, 1931

Piccolo Cesare (Little Caesar) di Mervyn LeRoy, con Edward G. Robinson, Douglas Fairbanks Jr, Glenda Farrell, Usa, 1931 Uscito poco prima di Scarface, anch’esso basato sulla vita di Al Capone, Little Caesar sin dal titolo defi nisce i caratteri di una fi - gura che farà scuola: Cesare Rico Bandello è un Piccolo Cesare del racket, il despota di un territorio, che si conquista uno status e un potere nel mondo del crimine seminando spietatamente cadaveri. Morirà per mano della polizia in uno scontro a fuoco violentissimo ed eccessivo come la sua vita. Edward G. Robinson, basso di statura eppure debordante l’inquadratura, è con il suo corpo e il suo slang il vero «creatore» di Rico: è un fascio di nervi che fa sentire invece che mostrare, com’era degli attori del muto. E con lui agisce tutta un’iconografi a: i vestiti e le auto di lusso come segni di successo negli affari; le armi come freudiani segni di potere e virilità. Muove Rico una volontà ossessiva di potenza che impregna di sé lo stesso legame cripto-omosessuale con l’amico di sempre Joe, una sorta di George Raft. Che infrange uno dei codici comportamentali essenziali, la banda come clan da cui non si esce, e con un gesto di insopportabile indipendenza sceglie la carriera di attore. La regia di LeRoy ha un taglio secco, nervoso, crea un’illusione di realtà urbana, legata a fatti attuali, incide un gran ritratto di immigrato povero, ignorante, ma eroe dinamico di un’illegalità senza redenzione, vista come destino fatale.

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