7 gennaio 2022

Alba di gloria (Young Mr. Lincoln) di John Ford, Usa, 1939

Alba di gloria (Young Mr. Lincoln) di John Ford, con Henry Fonda, Alice Brady, Ward Bond, Usa, 1939 «Il Lincoln di Ford riepiloga la storia biblica, giudicando come Salomone, assicurando come Mosè il passaggio dalla legge nomade alla legge scritta, dal nomos al logos, entrando nella città sul suo asino allo stesso modo di Cristo», teorizza Gilles Deleuze in L’immaginemovimento. C’è, in effetti, una serena, biblica grandezza in questo ritratto di Lincoln, giovane avvocato a Springfi eld, Illinois, ma una grandezza fordiana, paesana, di cui «riunisce in sé tutti i segni: eloquenza, humour, generosità, forza fi sica, amore fi liale, saggezza », aggiunge Tailleur. Un eroe comune, magari goffo, eccentrico, ma che sa far fronte alle situazioni come un «Mr Deeds domatore delle Furie». Una notte viene commesso un omicidio – ed è una scena da antologia: «una zuffa in una radura, un colpo d’arma da fuoco, la luna che a tratti rischiara, a tratti scompare, un lungo rantolo di agonia, una cinepresa immobile, a distanza di soccorritore, come sulla soglia, che non vuole varcare, di un orribile segreto». E il gunfi ght questa volta è giudiziario. Lincoln salva due giovani contadini, innocenti, prima dal linciaggio, poi dalla condanna all’impiccagione, e li restituisce alla madre, così simile alla sua. Il Lincoln di Henry Fonda è uno di quei grandi personaggi fordiani che esprimono una comunità, che la salvano e, ad un tempo, sentono in sé un’irrecuperabile diversità, una solitudine sfogata in un senso panico della natura. Una «superba evocazione, degna di Plutarco, della giovinezza del Presidente», dirà Tavernier. Il molto

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