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7 gennaio 2022
Ombre rosse (1939) - Regia di John Ford - Western Cult
Ombre rosse (Stagecoach) di John Ford, con John Wayne, Claire Trevor, John Carradine, Thomas Mitchell, Tim Holt, Usa, 1939
È il più classico dei western. Ambientato nel più classico dei paesaggi
del West, la Monument Valley, un altopiano tra Utah e Arizona,
Ombre rosse impone un’icona e un movimento di macchina, il
carrello laterale a scoprire gli indiani appostati sulle rocce. A volte
accusato di latente accademismo, specie per l’eccessiva esemplarità
del gruppo di passeggeri stipati nella diligenza in viaggio nel 1880
tra Tonto e Lordsburg, in realtà resta un modello per i suoi valori
di scrittura. Una cinepresa che non si muove a caso ma punta a
un’estrema varietà di piani, un racconto, a suo modo etico, che
sa nitidamente orchestrare uno dei topoi centrali dell’avventura
nell’Ovest: l’inseguimento come attesa e scontro. Ford parte da
modelli alti, cioè Bret Harte e il Maupassant di Boule de suif (un
altro viaggio attraverso un paese in guerra) e incentra gran parte
del suo fi lm sulle reazioni di un gruppo di persone riunite dalla
sorte e dall’incubo degli indiani in rivolta. La diligenza diventa
un luogo di contraddizioni dentro la comunità, i più estranei alla
quale non sono certo i marginali e i reietti, visti anzi come i veri
fondatori dell’America. Al di là di tutte le teorie che ha sollecitato,
Ombre rosse appare sempre più un western che contiene in sé tanti
altri western, anche di John Ford. Ci sono i grandi spazi, ci sono i
banditi, ci sono gli indiani e la cavalleria, c’è, seppure effi cacemente
ellittico, il duello fi nale urbano e, più che mai, è forte l’elemento
odissea, così fordiano, il ritorno a casa o la scoperta di una casa
possibile. In breve: un classico, cioè destinato a insegnare a lungo.
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