5 gennaio 2022

Nascita di una nazione (The Birth of a Nation) di David Wark Griffith 1915

Nascita di una nazione (The Birth of a Nation) di David Wark Griffi th, con Lillian Gish, Henry B. Walthall, Miriam Cooper, George Siegmann, Usa, 1915 «È Dio padre. Ha tutto creato, tutto inventato.» Nascita di una nazione ben chiarisce il valore dell’affermazione di Ejzenštejn su Griffi th. Ispirato a due romanzi di impronta razzista del pastore Thomas Dixon Jr, The Clansman e The Leopard’s Spot, è il fi lm destinato a rivoluzionare la storia del cinema. Due famiglie americane, una della Pennsylvania e una del South Carolina, gli Stoneman e i Cameron, pur legate dall’amicizia, affrontano su opposti fronti la guerra di Secessione – che il fi lm rappresenta appoggiandosi a tutta un’iconografi a storica, ma anche già cinematografi ca. Cioè: epos e lutti e separazioni. La seconda parte, la Ricostruzione, è straordinaria nell’intrecciare in crescendo topoi melodrammatici e d’azione, e il canto delirante del Ku Klux Klan come eroico salvatore di una civiltà: il mitico Sud sconvolto dai vandali negri, estranei all’«identità americana». Attorno a questi archetipi Griffi th reinventa una volta per tutte il racconto cinematografi co. I passaggi da campi lunghi a primi piani, i movimenti di macchina che suscitano l’identifi cazione dello spettatore, le coreografi e di grandi masse disseminate per tutte le tre ore di durata, l’uso geniale del montaggio alternato stupiscono ancora oggi per la loro modernità, 8 Il muto perché tutto è cambiato ma tutto è rimasto lo stesso. E lui, Griffi th, nitida «visione dualistica del mondo», modo non verbale ma visivo di pensare, senso popolare e ottocentesco della cultura, sa davvero raccontare una storia già inclusiva sia del potere spettacolare che è del cinema, sia della sua funzione sociale e ideologica. Infi ne, il Nord e il Sud si riuniscono in un doppio matrimonio che salda le due famiglie. In una nascita di una nazione che è anche quella del suo cinema, se non del Cinema.

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