21 marzo 2013

Sperone di Gallo - Olivo autoctono molisano




Sperone di gallo

SINONIMI - Zampa di gallo, oliva torta.

ORIGINE, DIFFUSIONE, IMPORTANZA - Di origine locale, risulta diffusa negli agri di Riccia, Tufara, Toro, Baranello, Campodipietra dove è presente nella percentuale del 80-90 %  mentre nei comuni di lelsi, San Giuliano del Sannio, Oratino, Busso, Roccaspromonte, Castropignano  è presente nella percentuale del. 50-60 % come pure a Venafro, Pozzilli i e Sesto Campano. Elevata è la resistenza al freddo e agli stress idrici. Manifesta una buona tolleranza ai parassiti quali Rogna dell'olivo (Pseudomonas Savastanoi (Smith)) e Occhio di pavone (Spilocea Oleagina(Cast.)). Le olive vengono utilizzate sia per la produzione di olio che per la mensa.

CARATTERISTICHE AGRONOMICHE - Gli alberi hanno un portamento espanso di notevoli dimensioni. Particolare è la drupa, lunga, liscia curvata da un lato e convessa dall'altra. A maturazione avanzata raggrinzisce prendendo la forma dello sperone di un gallo, da cui prende il nome. Il distacco polpa/nocciolo risulta difficile. L'epoca di fioritura è tardiva, così pure l'epoca di maturazione che avviene gradualmente. La colorazione delle drupe alla raccolta è di colore rosso vinoso. La resa è del 22-24 %  l'olio denota un fruttato verde delicato.

La moltiplicazione dell'olivo per via vegetativa

La moltiplicazione per via vegetativa sfrutta, invece, le parti vive della pianta madre (ovulo, pollone, talea) e conserva integre le caratteristiche originarie. La propagazione mediante pollone si fa estirpando i polloni pedali (con una lunghezza di 80-100 cm) dalla pianta madre, avendo cura, però, di lasciare una piccola porzione di legno. Questi polloni vengono, in seguito, piantati in vivaio; poco dopo essi emettono delle radici. A distanza di due anni possono essere trapiantati in pieno campo. La propagazione mediante ovulo è più traumatica per la pianta madre e, per questo, non viene quasi mai praticata. L'ovulo è una protuberanza gemmifera, somigliante a un tubero o a un uovo, originatosi nel ciocco e lungo il tronco per stimoli interni ed esterni. Esso si recide in febbraio-marzo con l'accetta (la ferita va poi levigata e disinfettata). Gli ovuli vengono quindi puliti e ricoperti di una poltiglia di argilla e letame maturo. L'ovulo viene immesso in buche profonde 15-20 cm e ricoperto con un miscuglio di terra e composto o letame e cenere di legna. Dopo circa due mesi cominceranno a uscire i primi getti e si sceglieranno non più di due getti tra i migliori. La propagazione a mezzo talea, invece, si fa recidendo un giovane ramo, dalla pianta madre, immune da malattie e fruttifero. La porzione inferiore interrata di questo ramo emetterà, in seguito, delle radici mentre quella superiore darà i germogli e i rami. La talea deve essere robusta, diritta, a corteccia verdeggiante e succosa, con una lunghezza di 90-100 cm. Prima di metterla a dimora va ripulita dai rametti laterali e l'estremità inferiore va tagliata a linguetta. Il tempo migliore per la raccolta delle talee è l'autunno-inverno. Si piantano in vivaio a una profondità di 30 cm e distanti tra di loro 50 cm. Si concimano con composto o letame maturo e cenere di legna. In primavera le talee emettono germogli laterali che vanno eliminati per favorire l'apice. Dopo due anni si trapianta in pieno campo.

La moltiplicazione dell'olivo per via sessuale

La moltiplicazione dell'olivo per via sessuale si ottiene mediante l'uso dei semi che si trovano nei noccioli delle olive. I noccioli per la semina vengono ricavati dalle olive sane e in piena maturità, eliminando quelle rovinate da parassiti o da altri fattori.
Si puliscono e si conservano stratificati con sabbia fine e umida. È buona norma, prima della semina, rompere trasversalmente il nocciolo senza lesionare il seme. La semina, in semenzaio a letto caldo, va fatta in luglio-agosto e il trapianto dei semenzali nel vivaio va eseguito nella prima- vera successiva. Nella primavera del secondo anno la piantina avrà un'altezza di 50 cm e in questo momento si effettua l'inne- sto a corona o a occhio. Nell'ottobre del secondo anno si trapianta in piantonaio a una distanza tra pianta e pianta di 1 X 0.40 m. In questo periodo occorre aumentare le dosi di composto e letame maturo con aggiunta di cenere di legna o altro concime potassico, il terreno, inoltre, va pulito dalle erbe spontanee e i piantoni vanno liberati dai getti laterali. Se risultasse necessario occorre aiutare i piantoni con sostegni in canna in modo da evitarne la rottura a causa degli eventi meteorologici.

AI 5°- 6° anno la piantina è pronta per il trapianto in pieno campo essendo arrivata a un'altezza di 1.5-2.0 m e avendo una circonferenza di 6-7 cm. La pianta riprodotta per via sessuale non conserva le caratteristiche della pianta madre e, per questo, è quasi sempre necessario l'innesto.