10 maggio 2019

Il brigante Musolino (1950) Regia: Mario Camerini

Un film di Mario Camerini con Guido Celano, Amedeo Nazzari, Umberto Spadaro, Rocco D'Assunta

Giuseppe Musolino, un carbonaio calabrese viene accusato ingiustamente da un mafioso locale dell'omicidio, da egli stesso compiuto, di un altro mafioso. Al processo viene condannato, ma evadendo si dà alla macchia e inizia a vendicarsi dei falsi testimoni che lo hanno condotto in carcere; con l'aiuto della ragazza che ama intanto si nasconde nei monti calabresi. Quando davanti ad una chiesa di un santuario quest'ultima viene uccisa, Musolino realizza la sua ultima vendetta lottando corpo a corpo col vero omicida fino a colpirlo mortalmente per mezzo di un sasso scagliato con violenza sulla testa. Dopo quest'atto si costituisce davanti ai carabinieri.
Fatti reali Il 24 settembre 1898 al processo davanti alla Corte d'Assise di Reggio Calabria, nonostante le prove portate da Musolino, non furono smentite le false testimonianze di Rocco Zoccali e Stefano Crea, che affermarono di averlo sentito adirato per il bersaglio fallito. Il 28 settembre la sentenza fu di 21 anni di carcere. Sempre proclamatosi innocente, giura vendetta in caso di evasione. Viene condotto e recluso nel carcere di Gerace Marina, l'odierna Locri. Alle ore 3:30 del 9 gennaio 1899 riesce a fuggire e inizia la sua vendetta. Si racconta che durante la galera Musolino avesse sognato San Giuseppe che gli avrebbe indicato il punto in cui avrebbe dovuto scavare nella cella, e con facilità scappare insieme ai suoi compagni di carcere: Giuseppe Surace, Antonio Filastò e Antonio Saraceno. Commette una serie di omicidi contro tutti quelli che l'hanno accusato e tradito, nascondendosi poi tra le montagne, nei boschi, e persino nei cimiteri (come a Roccaforte del Greco), godendo dell'appoggio della gente del posto, sia contadini, caprari e gente benestante, che lo vede come simbolo dell'ingiustizia in cui la Calabria allora versava. Nei primi 8 mesi dalla fuga commette 5 omicidi e 4 tentati omicidi, e tentativo di distruzione con dinamite della casa di Zoccali. Musolino viene arrestato, il mattino del 22 ottobre 1901 è interrogato e quindi il 24 ottobre trasferito nel carcere di Catanzaro con un treno speciale, sotto la scorta di Alessandro Doria, Ispettore Generale delle Carceri Italiane. Per la sua cattura si stima che il governo abbia speso un milione di lire, come viene riportato sul giornale. Resta in carcere fino al 1946, quando gli verrà riconosciuta l'infermità mentale, e poi portato al manicomio di Reggio Calabria, dove muore dieci anni dopo alle 10:30 del 22 gennaio 1956.

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