7 settembre 2016

Cinema e Fascismo - Salò o le 120 giornate di Sodoma - Regia di Pier Paolo Pasolini (1975)

Ispirato al romanzo del marchese De Sade (ma anche agli scritti di Barthes), con un'ambientazione trasferita nella Repubblica di Salò del '44, il film "indubbiamente doloroso, urticante, ruvido, difficile, non riconciliato parla al nostro presente, è una metafora di quello che saremmo diventati", ha dichiarato Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna. Ora, con la giusta distanza degli anni, è arrivato il momento di vederlo, per quanto scioccante siano quei gironi infernali con i giovani costretti dai Signori alle pratiche sessuali estreme. Interpretato da Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Uberto Paolo Quintavalle, Aldo Valletti, Caterina Boratto, Elsa De Giorgi tra gli altri, venne prima respinto dalla censura poi, dopo l'omicidio di Pasolini, fu difficile non farlo uscire e così arrivo in sala, tagliato e vietato ai minori ma immediatamente sequestrato, oggetto di attacchi neofascisti, sottoposto, ricorda Farinelli, "ad una violenza contraria inaudita sotto la cappa del perbenismo italiano della metà degli anni '70".

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