Un piatto molisano, a metà tra aperitivo e consommè
dalle origini sconosciute ed antichissime
è ampiamente diffuso soprattutto nelle zone rurali: viene denominato con il termine presumibilmente dialettale di scattone.
Si tratta di una pietanza poverissima, a base di pasta fresca, acqua di
cottura e vino rosso – un’aggiunta di peperoncino non guasta. In origine i
contadini molisani, di ritorno dai campi, ingannavano l’attesa del pranzo con
questo piatto. A detta di molte persone anziane lo Scattone “Apr’ lu stommc’”,
tradotto: “ è un ottimo aperitivo”, e avrebbe anche dei poteri afrodisiaci!
Torella del Sannio (CB) e Bagnoli del Trigno (IS) si contendono la
paternità del piatto, ma i torellesi hanno addirittura una “Sagra dello Scattone” – cade
ogni 16 agosto –, per mantenere salde le radici.
La ricetta dello Scattone è semplicissima.
Mentre la
pasta –rigorosamente fresca- bolle in pentola, si versano un paio di mestoli di
acqua di cottura ed un po’ di pasta in una terrina, si aggiunge vino
rosso – magari la nota molisana
Tintilia – ed una spolverata di pepe o di peperoncino piccante.
Il
piatto va servito caldo: la tradizione popolare gli attribuisce un potere
curativo contro i raffreddamenti stagionali.
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